Poison (Mirror Piece) consiste in un flaconcino da farmacia in vetro con cui Beuys ha partecipato a una cartella di multipli d’artista intitolato Mirrors of the Mind (Specchi della mente).
L’artista ha modificato il flacone, normalmente trasparente, ricoprendolo con diversi strati d’argento, rame e vernice marrone. Vicino alla base del collo, una piccola apertura rimane non dipinta, consentendo agli spettatori di ispezionare l’interno, dove si trova un cristallo di iodio. Il flacone è contenuto a sua volta in una scatola di cartone cilindrica, sulla quale è stampato un diagramma. Insieme al cristallo di iodio e alle sostanze che rivestono la bottiglietta, questo diagramma spiega il significato del flacone come metafora, o specchio, della mente umana. Il diagramma è incentrato su un grande cerchio che rappresenta l’oggetto, all’interno e intorno al quale sono state disposte alcune parole: nel cerchio compare “specchio”, mentre “isolamento” abbraccia una sezione della circonferenza. L’insieme di queste iscrizioni sottolinea la condizione di recipiente specchiante del flacone, isolato però dal mondo esterno. Altre due iscrizioni forniscono indicazioni sulla funzione dell’opera per l’artista: la prima “LightentraceO” descrive l’apertura per l’ingresso della luce (“O”), la seconda (che comprende le parole “Iodio” e “Scurente”) allude al fatto che, esposto alla luce, lo iodio diventa nero (richiamando così i primi processi fotografici). I tre materiali che rivestono il flacone suggeriscono un’influenza positiva sugli stimoli in entrata: il rame per la sua capacità di trasmettere calore spirituale e la vernice marrone come sostanza metaforica di guarigione. Nella ricerca di Beuys, materiali e oggetti scelti con cura acquistano significato quasi magico, di mediazione tra le energie della natura e dell’uomo, che l’artista-sciamano può attivare attraverso il processo artistico.