Difficilmente classificabile all’interno del canone delle correnti artistiche del secondo Novecento, il lavoro di Richard Long è stato a lungo associato alle pratiche di Land Art. Tuttavia, lo stesso artista, oltre che la critica più aggiornata, rifiuta questa assimilazione, rivendicando per Long una poetica e una ricerca basate sull’esperienza stessa dello spazio non antropizzato e su interventi nel paesaggio leggeri ed effimeri, che non ne modificano la struttura in modo pervasivo e permanente. Lavorando sul crinale tra scultura, fotografia, arte esperienziale e concettuale, Long pone alla base della sua ricerca il camminare. Sin dall’inizio della sua carriera si relaziona al paesaggio naturale e utilizza materiali come erba, legno e pietre, che non invadono né modificano il paesaggio se non temporaneamente. Alla base della sua pratica artistica stanno l’azione fisica del camminare, la ritualità del gesto e l’impronta transitoria del suo passaggio sull’ambiente naturale. Amazzonia as a tree, realizzata nell’ambito di un suo cammino in quella terra, appare come una mappa della regione realizzata evidenziando esclusivamente i corsi d’acqua. L’Amazzonia si presenta così come un grande albero, che affonda e spande le proprie radici nell’Oceano Atlantico, in una metonimia visiva essenziale ma potentissima nei suoi significati ecologici ed esistenziali.