ArtistaMatteo Attruia BiografiaSacile, 1973Anno2024TipologiaIncisione su muro, 51x471 cmSedePalazzo di Lettere, via San Francesco 22CourtesyCourtesy l’Artista e Marina Bastianello Gallery

Partendo da una delle terzine più note del canto XXVI dell’Inferno dantesco (“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza." v. 119), Attruia lavora per sottrazione mantenendo solo l’espressione “come bruti” incisa nella parete. In un viaggio tra l’arte, la parola e il concetto, l’opera definisce il senso più intrinseco dell’insegnamento dantesco affidato, in questo canto, a Ulisse: non è nella natura umana “non conoscere”, operare al di fuori della ragione, chiudere la mente nell’oscurità. Ciò che definisce l’umanità, infatti, è una tensione continua e imperitura verso la conoscenza.
Ponendo l’accento sull’espressione “come bruti”, Attruia desidera realizzare un cortocircuito di significato omettendo la parte formativa del pensiero (la virtù e la conoscenza) per stimolare l’osservatore a tornarci attraverso un processo mnemonico automatico che fa affidamento sul radicamento culturale dell’opera dantesca.